
Dai risultati emerge che cresce il numero di imprese (al 47,8% quest’anno) che utilizza il premio di risultato per finanziare piani di welfare aziendale, oltre a investimenti ad hoc (62,2%). Addirittura ill 55% delle aziende prevede la possibilità di convertire tutto il premio di risultato o parte di esso in servizi di welfare.
Sono soprattutto le grandi aziende (77,5%) a sfruttare le possibilità offerte dai piani di welfare aziendale, ma aumentano anche le piccole imprese che ne stanno progettando l’implementazione nel breve periodo (62,5%).
Nella scelta dei servizi da erogare, oltre che in base alla possibilità di defiscalizzazione, 7 aziende su 10 hanno cercato di ascoltare i bisogni dei lavoratori utilizzando analisi sociodemografiche o survey interne/focus group o entrambe. È importante segnalare che quando i dipendenti vengono coinvolti in questa fase e nell’identificazione del panel di servizi, il livello di soddisfazione del piano cresce da 7,3 a 8,0 punti (in una scala di gradimento da 1 a 10).
In crescita anche l’attenzione delle aziende verso i servizi per il benessere delle persone, specie quelli indirizzati a favorire il movimento fisico (+8,3) e la corretta alimentazione (+8,1).
«Il welfare aziendale è ormai un pilastro fondamentale del Total Reward per la gestione del rapporto azienda/lavoratore; proprio per questo, per garantire il successo dei piani sono cruciali il coinvolgimento dei dipendenti e la soddisfazione di effettivi bisogni che si estendono sempre più alla dimensione famigliare e al benessere individuale» commenta Miriam Quarti, Senior Consultant e Responsabile dell’area Reward&Performance di OD&M Consulting.
A questo proposito il Rapporto rileva come una bassa flessibilità in questo senso incida negativamente sulla soddisfazione dei dipendenti. Altri elementi critici risiedono in un’eventuale scarsa chiarezza del regolamento del piano e in difficoltà nell’accesso ai servizi.
L’assistenza sanitaria rimane il servizio più apprezzato dai lavoratori con quasi l’80% di gradimento, seguito da ferie e permessi* (sono i giovani fino ai 24 anni, il panel che lo apprezza maggiormente con +13,9 punti seguiti dalle donne con un +9,2 sul 2017). Al terzo posto i servizi di ristorazione, a seguire quelli di gestione del tempo (che registrano una crescita di oltre 7 punti, arrivando a un gradimento del 78,6% se previsto anche lo smart working). Seguono a pari merito i servizi di previdenza e di mobilità con il 69,2% di riscontro positivo, oltre ai programmi e servizi assicurativi e ai piani di maternità, tutti in crescita di gradimento nella fascia 35 – 44 anni e questi ultimi anche tra le donne con figli.
Articolo del “Messaggero” del 4/9/2018