Tassi bassi: a rischio Compagnie e Fondi Pensione

tasso rendimentoSecondo l’Ocse gli attuali rendimenti “pongono significativi rischi alla vitalità a lungo termine dei fondi pensione e delle polizze di “risparmio”, nel momento in cui cercano di raggiungere gli alti ritorni promessi quando i tassi di rendimento erano alti”.

“iI bassi tassi d’interesse minacciano la capacità di solvibilità dei fondi pensione e delle Compagnie di assicurazione vita. E’ quanto emerge dal “Business and Finance Outlook” dell’Ocse, secondo il quale i bassi tassi d’interesse che caratterizzano l’attuale scenario finanziario globale, “pongono significativi rischi alla vitalità a lungo termine dei fondi pensione e delle Compagnie Assicurative vita, nel momento in cui cercano di raggiungere gli alti ritorni promessi quando i tassi erano alti“.

In particolare, nei settori assicurativi di Italia, Germania e Stati Uniti “i bassi tassi d’interesse rappresentano un particolare problema, a causa dell’alto livello di prodotti di risparmio con alti livelli di ritorni garantiti presenti nel portafoglio delle Compagnie assicurative del ramo vita“. Nei prossimi 5 anni, scrive l’Ocse, i fondi pensione sono previsti in crescita del 25% dai 28.400 miliardi di dollari stimati nel 2014 ai 35.800 nel 2019, mentre le compagnie di assicurazione cresceranno del 33% dai 28.200 miliardi di dollari del 2014 ai 37.700 e i fondi comuni avranno un’espansione del 38% dai 33.400 miliardi di dollari del 2014 a 46.100. Fondi pensione e polizze vita incontreranno problemi mentre nei loro portafogli obbligazioni ad alto rendimento saranno sostituite con obbligazioni a basso rendimento.

In modo particolare la riduzione dei tassi d’interesse riguarderà i fondi pensione i quali investono circa il 40% delle risorse in titoli a reddito fisso, inclusi i bond governativi. “Se i tassi rimarranno bassi in futuro, spiega l’Ocse, i fondi pensione e le polizze vita potrebbero riscontrare che i loro asset sono insufficienti per coprire le loro promesse”. L’Ocse quindi suggerisce di offrire ritorni garantiti più bassi ai nuovi contratti per ridurre i rischi d’insolvenza e, in casi estremi, di rinegoziare i termini dei contratti attuali.

Un altro problema evidenziato dal rapporto dell’Ocse è la sfida rappresentata dall’invecchiamento della generazione dei “baby boom”. “Generare le risorse, spiega Angel Guerria – segretario generale dell’Ocse – che servono per fronteggiare la sfida dell’invecchiamento della popolazione richiederà un migliore allogamento delle risorse verso investimenti più produttivi e senza rischi eccessivi. Innanzitutto, prosegue Guerria, molto resta da fare per rafforzare la capacità dei sistemi finanziari di assorbire gli shock ed evitare lo scoppio delle bolle speculative“. Inoltre il rapporto mette in guardia contro il rischio, presente nella fase attuale, in molte Compagnie, che remunerare gli azionisti tramite dividendi, per aumentare i ritorni a breve, possa alla lunga allontanare i capitali dai rivestimenti in attività più produttive. Questo, in particolare, può danneggiare la crescita dell’innovazione e della produttività.

(Fonte: La Repubblica)

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