Il Governo con il DL 4/2019 ha introdotto, tra le varie misure, quota 100 che consente a tutti coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente.
Tale misura, entrata in vigore a partire dal 1°aprile 2019, sarà disponibile fino al 2021 dopo di che quota 100 dovrebbe essere sostituita da quota 41 che consentirà a tutti i lavoratori che hanno versato 41 anni di contributi di andare in pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica.
Da qualche mese a questa parte però il Governo sembra aver abbandonato l’idea di sostituire quota 100 con la quota 41.
Questo perché, visto lo stato dei conti pubblici, sembra impossibile attualmente pensare di introdurre quota 41 in quanto questa farebbe aumentare notevolmente la spesa pensionistica.
Intanto cresce il malcontento dei sindacati nei confronti di quota 100, questi infatti si preparano a manifestare contro la riforma previdenziale portata avanti dal Governo giallo-verde.
Pensioni, ultime novità: l’introduzione di quota 41 sembra essere sempre più lontana
Il Governo aveva promesso di “smantellare” la Legge Fornero ma l’unico provvedimento in questo senso è stata l’introduzione quota 100, assicurando ai contribuenti che quest’ultima a partire dal 2022 sarebbe stata sostituita da quota 41.
Da qualche a mese a questa parte però non si sente più parlare di quota 41, questo perchè a quanto pare, visto lo stato dei conti pubblici, introdurre la suddetta misura non sembra essere possibile.
Forse questo avverrà dopo la finanziaria del 2020 sempre che il Governo decida di investire le poche risorse che ha sulle pensioni.
Inoltre, come riporta il Sole 24 Ore, introdurre quota 41, consentendo a tutti coloro che hanno versato almeno 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, farebbe salire la spesa pensionistica di 12 miliardi.
Molti lavoratori che speravano in quota 41 potrebbero quindi rimanere delusi, ma per ora nulla è ancora deciso.