Se c’è voluto più di un ventennio per arrivare a capire che la previdenza pubblica non sarebbe più stata in grado di erogare pensioni adeguate e in età “giovanile”, il tema della spesa sanitaria avrà sicuramente tempi molto più brevi per diventare un ulteriore problema per la finanza delle famiglie italiane. I tagli e la scarsa efficienza del sistema sanitario pubblico hanno portato ad un aumento della c.d. spesa “out of the pocket”, la spesa che gli italiani sostengono di tasca propria per prestazioni sanitarie.
Secondo i dati (2014) del Ministero della Salute la spesa totale sanitaria è così suddivisa:
- 77% spesa pubblica, per un totale di circa 115 miliardi di euro
- 23% spesa privata (out of the pocket) per oltre 34 miliardi di euro.
Sempre secondo i dati del Ministero, la spesa sanitaria privata media annua è stata (nel 2014) pari a 530,00 euro per il singolo e di oltre 1.200,00 euro per il nucleo familiare. Cifre che sono destinate ad aumentare per il futuro.
Ecco il motivo dell’aumento di un’offerta di soluzioni di sanità integrativa fatto di polizze assicurative, Fondi sanitari e Mutue, strumenti che da un punto di vista normativo e fiscale hanno caratteristiche differenti.
Ci occupiamo oggi di approfondire il tema delle Mutue sanitarie cercando di comprendere quali sono gli aspetti principali che differenziano questi strumenti soprattutto da un punto di vista della “sicurezza” per gli aderenti e lo facciamo prendendo spunto da una ricerca “Mutue Sanitarie” realizzata da Il Broker & Co nel 2014.
La ricerca, realizzata interamente online attraverso il blog Il Broker ha coinvolto 415 intermediari assicurativi operanti sull’intero territorio nazionale che hanno risposto a un questionario volto a conoscere le coperture sanitarie da essi sottoscritte e a comprendere il loro pensiero e livello di soddisfazione relativamente a polizze e mutue sanitarie.
Mirko Odepemko, co-fondatore del blog Il Broker e curatore della ricerca ha così spiegato il perché dell’indagine: “Abbiamo voluto condurre questa ricerca per meglio comprendere quali scelte vengano fatte dagli intermediari assicurativi quando si tratta di coprire i rischi relativi alla loro salute e a quella dei loro cari. Ritengo che si tratti di un tema assai interessante perché i risultati fotografano le propensioni degli esperti di settore e possono quindi risultare utili anche per il pubblico consumer nell’orientarsi nelle proprie scelte personali e familiari”.
Il target interpellato, oltre ad essere composto da esperti del mondo assicurativo – e quindi da soggetti dotati di un livello di expertise che consente loro di comprendere il prodotto assicurativo in maniera adeguata – è caratterizzato da un ricorso agli strumenti assicurativi sanitari di molto superiore a quello dell’italiano medio.
Per quanto riguarda i principali risultati della ricerca:
1) Il 62% degli intermediari interpellati ha sottoscritto una Mutua o una Polizza Sanitaria, il 18% ci sta pensando.
Il dato, sottolineano i curatori, è di molto superiore alla media nazionale. Eppure nel 2013 le famiglie italiane hanno sostenuto spese mediche per ben 40 miliardi di Euro attingendo non da polizze o mutue ma dai propri bilanci famigliari. Questo in un contesto nel quale la Sanità Pubblica riesce a coprire a malapena il 77% della spesa sanitaria dei cittadini e, a partire dal 2008, al Welfare sanitario tradizionale si sta affiancando il “Secondo Pilastro” dell’assistenza integrativa, erogata da Casse Sanitarie e Società di Mutuo Soccorso che ovviamente, però, non hanno ancora raggiunto un target di penetrazione realmente elevato sui privati cittadini. Cosa questa che dovrà forzatamente avvenire nel corso dei prossimi anni a fronte di una crescente inefficienza e incapienza del Servizio Sanitario Nazionale.
2) Tra coloro che già hanno una copertura sanitaria il 69% ha scelto una polizza sanitaria assicurativa tradizionale e il 31% una mutua.
I curatori della ricerca ricordano come le Mutue – Società di Mutuo Soccorso – coniugando la solidarietà mutualistica all’efficienza gestionale, “sono un patrimonio del passato che sta ritornando di estrema attualità”.
Occorre però distinguere tra le diverse tipologie di Mutua che si caratterizzano per scelte gestionali profondamente differenti dove si spazia da realtà in totale autogestione – che assumono interamente il rischio al proprio interno scegliendo di erogare i sussidi utilizzando esclusivamente i fondi presenti in Cassa e quindi esponendosi al rischio di non poter far fronte ai propri impegni – fino, con diverse sfumature intermedie, a realtà che ricorrono all’affidamento della gestione economica a una o più Compagnie di Assicurazione annullando così il rischio di incapienza rispetto ai sinistri subiti dagli associati grazie alla copertura assicurativa offerta da un soggetto assicurativo puro.
3) Di questo 61% di “assicurati” solo il 60% ha già avuto occasione di richiedere il rimborso di un sinistro. Il tasso di soddisfazione medio di costoro è il 74,2%. Il 19,4% è invece totalmente insoddisfatto e il 6,4% parzialmente insoddisfatto. Tra i principali motivi di insoddisfazione spicca la difficoltà nel “farsi pagare i sinistri” denunciata dall’80% degli insoddisfatti.
Rispetto a questo dato aggregato nella ricerca si osserva come il dato di soddisfazione salga al 77% per coloro che sono assicurati con una compagnia tradizionale e, addirittura all’81% nel caso di chi ha aderito a una Mutua che affida la gestione economica a una compagnia “riassicurandosi”.
4) Emergono di contro tassi di soddisfazione particolarmente critici per le Mutue in autogestione (senza alle spalle una compagnia assicurativa che ne garantisca la solvibilità in caso di sinistri) che si collocano al 55% di soddisfazione.
In particolare, una nota mutua in autogestione arriva addirittura a un 69,3% di gravemente insoddisfatti a causa del mancato pagamento dei sinistri.
5) E’ peraltro assai condivisa l’opinione – 77% degli intermediari interpellati – che la Mutua possa rappresentare un’ottima copertura – affidabile, etica, economica e quindi spesso preferibile alla polizza sanitaria tradizionale – quando questa sia “assicurata” da una primaria compagnia di assicurazioni cui affida la Gestione economica della Mutua.
A questo proposito Mirko Odepemko ha concluso la presentazione osservando come occorra prestare particolare attenzione “quando si va a scegliere una copertura sanitaria. Una Mutua può spesso essere più economica di una polizza e offrire migliori prestazioni oltre, cosa non da poco, a garantire la detraibilità fiscale (19%) dei contributi associativi fino a un massimo di 1.291,14 Euro, cosa che non accade nel caso della polizza tradizionale. E’ però estremamente consigliabile scegliere una Mutua che affidi la gestione economica ad una Compagnia anziché una che adotti il modello dell’autogestione contando esclusivamente sulle risorse versate dai soci ed esponendosi quindi nel tempo a possibili rischi di default”.