L’iniziativa “la mia pensione” dell’Inps

 

INPS Sicuramente i lavoratori hanno il diritto di conoscere il destino che li attende in età pensionabile e iniziare il prima possibile ad affrontare il problema. Per questo l’Inps ha messo a punto l’operazione “la mia pensione”, un servizio di simulazione e calcolo che permetterà a circa 23 milioni di cittadini di farsi un’idea sull’importo della loro pensione futura.

Nobile obiettivo che servirà però solo a fornire una stima approssimativa per far capire a tutti che il futuro va pianificato il prima possibile, perché vivere di sola pensione sarà sempre più difficile.

La simulazione della pensione avverrà tramite internet con la possibilità di modificare alcuni parametri per capire in che modo cambia la pensione se nel corso del tempo la retribuzione cala, se il rapporto di lavoro s’interrompe o se si modifica la data del pensionamento. Per effettuare le simulazione è necessario avere almeno 5 anni di anzianità contributiva. La simulazione consentirà di verificare la propria pensione di vecchiaia o anticipata futura, la data del pensionamento ed infine il tasso di sostituzione lordo (rapporto tra prima rata di pensione e ultima retribuzione).

Per l’anno 2105 il progetto si rivolge a circa 18 milioni di lavoratori iscritti al fondo pensione lavoratori dipendenti, alla gestione separata e alle gestioni degli artigiani, commercianti e coltivatori diretti. S’inizierà dagli under 40 (maggio), under 50 (giugno) over 50 (luglio). Da settembre l’iniziativa vedrà coinvolti anche i circa 3,5 milioni dei dipendenti pubblici e altrettanti iscritti alle gestioni speciali di previdenza.

Si vocifera che quest’operazione costerà circa 50 milioni di euro e peserà per intero sulle casse dell’Inps e questo ha suscitato molte reazioni da parte soprattutto delle rappresentanze sindacali.
“Parigi val bene una messa”: se questa operazione serve per far capire agli italiani che la pensione futura non potrà essere più quella dei loro genitori ben venga questa spesa. Rimangono solo alcune perplessità in merito: la simulazione non consente il calcolo di eventuali riscatti e/o ricongiunzioni/totalizzazioni e, con tutta probabilità, si rivelerà inutile per i giovani che si troveranno di fronte a risultati del tutto aleatori perché basati su proiezioni e ipotesi fatte nel lungo/lunghissimo periodo.

Forse sarebbe il caso di investire qualcosa anche sull’informazione pubblica che fa nascere la consapevolezza del problema e, di conseguenza, la necessità di cercare una soluzione, evitando di ripetere l’errore di occultare la copertura finanziaria come successe con la riforma Maroni del 2004.

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