
Di cosa si tratta
La pensione supplementare è una prestazione che spetta al lavoratore già titolare di una pensione quando i contributi ulteriormente versati all’INPS non sono sufficienti per raggiungere il diritto ad un’altra prestazione pensionistica autonoma.
A chi spetta
Ai lavoratori dipendenti del settore privato cui sia stata già liquidata una pensione principale. In questo senso, la pensione supplementare si pone come una possibile alternativa alla totalizzazione, ricongiunzione e cumulo gratuito dei contributi. La pensione supplementare viene concessa in base ai contributi versati nell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) a condizione che tali contributi non abbiano maturato il diritto ad un ulteriore pensione autonoma. L’INPS quindi liquida una pensione che si aggiunge a quella principale (da qui il termine “pensione supplementare”) già in fase di erogazione.
Limitazioni
Si tratta di una facoltà, concessa dall’articolo 5 della legge 1338/1962, ma solo nei confronti dei pensionati titolari di una pensione a carico delle gestioni esclusive (esempio, dipendenti pubblici) e sostitutive dell’AGO: la prestazione non può, quindi, essere concessa se il lavoratore ha in corso una pensione liquidata dalla Gestione Separata, da una Cassa di previdenza dei liberi professionisti o dalla stessa AGO. Mentre la prima ipotesi è alquanto improbabile, le ultime due sono piuttosto frequenti e determinano una forte limitazione della possibilità di valorizzare spezzoni contributivi.
Ad esempio:
- Un titolare di pensione dalla cassa dei Geometri, con 5 anni di contribuzione da dipendente non può chiedere la pensione supplementare.
- Un pensionato pubblico (ex INPDAP) che ha maturato 5 anni di contributi come dipendente, può chiedere l’erogazione della pensione supplementare.
Nel caso in cui non sia possibile chiedere la pensione supplementare, per evitare che i contributi versati vadano persi è bene che il lavoratore valuti l’opportunità, prima di chiedere la pensione, di esercitare la ricongiunzione o la totalizzazione.
Situazione simile si ha quando il lavoratore è titolare di una pensione principale a carico dell’AGO ed ha contributi versati in una gestione esclusiva (esempio ex IPOST o Casse dello stato) o in un altra gestione sostitutiva dell’AGO. I contributi presenti in queste gestioni non possono dar luogo all’erogazione di una pensione supplementare.
L’età
La pensione supplementare può essere erogata al compimento dell’età pensionabile di vecchiaia (come fissata dalla riforma Fornero) fermo restando la cessazione dell’attività lavorativa dipendente. In pratica bisogna attendere 66 anni e 3 mesi di età per gli uomini e 63 anni e 9 mesi per le donne, requisiti che poi si adeguano periodicamente alla c.d. aspettativa di vita.
Decorrenza
La pensione supplementare decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda.
Ricordiamo che la pensione supplementare non è integrabile al trattamento minimo. (articolo 7, legge 155/1981).
La Gestione Separata
Anche la Gestione Separata dell’INPS eroga una pensione supplementare qualora l’iscritto abbia già ottenuto una pensione principale. E, peraltro, in misura più estensiva rispetto a quanto previsto dall’AGO in quanto vengono qui ammessi anche i titolari di una pensione a carico delle Casse dei liberi professionisti. L’articolo 1, comma 2, del Decreto Ministeriale 282/1996 prevede infatti qualora “gli iscritti alla gestione separata non raggiungano i requisiti per il diritto a una pensione autonoma, ma conseguono il diritto a un trattamento pensionistico a carico dell’AGO dipendenti, delle forme esclusive e sostitutive della medesima, delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché delle gestioni previdenziali obbligatorie dei liberi professionisti hanno diritto alla liquidazione della pensione supplementare”.
Anche in tal caso, però, bisogna però raggiungere l’età della vecchiaia.