
Sono sempre di più i pensionati che decidono di lasciare il nostro Paese per godersi la pensione oltre confine.
Nel 2016 sono state oltre 373 mila le pensioni pagate all’estero per un importo complessivo che supera il miliardo di euro, di cui l’83% rappresentato da cittadini italiani e il 17% stranieri.
La maggior parte dei pagamenti è destinata all’Europa, a seguire l’America settentrionale, l’Oceania e il Sud Amarica.
Per quanto riguarda la tipologia di prestazioni pagate all’estero abbiamo, in ordine 227 mila pensioni di vecchiaia, 132 mila pensioni ai superstiti e 13 mila pensioni d’invalidità.
L’84% delle prestazioni sono calcolate in “regime di convenzione internazionale” ovvero determinate da contributi versati in parte in Italia e in parte all’estero, mentre il restante 16%, pari a 59.537 corrisponde a prestazioni calcolate in “regime nazionale” derivanti, cioè, da contributi interamente versati in Italia.
Le ragioni
Anche se la percentuale delle pensioni maturate con contributi versati in Italia è ancora bassa (16%) rispetto al totale è bene comunque iniziare a fare i conti con questo fenomeno.
Le ragioni principali che spingono il pensionato italiano a migrare all’estero sono sostanzialmente due, il costo della vita e i benefici fiscali.
La ricerca di luoghi con un costo della vita minore rispetto all’Italia riguarda prevalentemente pensioni di importo modesto, spesso integrate al minimo o con maggiorazioni sociali, di conseguenza non tassate in Italia e che non richiedono l’applicazione delle convenzioni contro la doppia imposizione fiscale.
I benefici fiscali, invece, riguardano le pensioni di importo medio-alto, soggette ad aliquote IRPEF elevate che, nel paese estero scelto sono in generale di gran lunga inferiori se non addirittura inesistenti in virtù di convenzioni che evitano la doppia tassazione o che, in certi casi, esentano il pensionato residente per un periodo di cinque o dieci anni dal pagamento delle imposte.

Ricordiamo che il pensionato residente all’estero per più di sei mesi può chiedere all’INPS il pagamento della pensione lorda, scegliendo così la tassazione esclusiva nel paese di residenza oppure l’applicazione del trattamento fiscale più favorevole (ad esempio, tassazione in Italia solo al superamento di determinate soglie di esenzione).
I pensionati con assegni più alti tendono quindi a scegliere mete con aliquote fiscali meno elevate che in Italia.