I contributi volontari sono uno strumento che può essere utilizzato dai lavoratori che hanno interrotto o cessato l’attività lavorativa per raggiungere i requisiti per la pensione (di vecchiaia, anticipata, invalidità, inabilità, pensioni indirette). Possono anche servire a incrementare i contributi per i lavoratori part-time, oppure i versamenti per attività lavorativa svolta nel settore agricolo con iscrizione per meno di 270 giornate complessive di contribuzione effettiva e figurativa nel corso dell’anno. Possono accedere dipendenti, parasubordinati, liberi professionisti, lavoratori dei fondi speciali di previdenza, titolari di assegno di invalidità o pensione indiretta. Bisogna chiedere l’autorizzazione INPS.
I requisiti:
Aver versato almeno cinque anni di contributi, oppure almeno tre anni negli ultimi cinque anni.
Valgono anche alcune tipologie di contributi figurativi (cassa integrazione, aspettativa) e contributi da riscatto, trasferimento, congiunzione. Il versamento dei contributi volontari si effettua trimestralmente, entro il trimestre successivo a quello di riferimento. I periodi arretrati vanno versati entro il trimestre successivo a quello di accoglimento della domanda. Attenzione: i versamenti effettuati in ritardi sono considerati nulli, e sono rimborsabili.
Importo/costo
L’importo dei contributi volontari viene calcolato in modo diverso per lavoratori dipendenti e autonomi.
Nel primo caso (dipendenti), il calcolo è effettuato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria (anche se non collocate temporalmente nell’anno immediatamente precedente la data di presentazione della domanda). L’aliquota è pari al 33%. Considerando che l’importo minimo della retribuzione settimanale è pari a 200,76 euro, il contributo minimo settimanale è di 66,25 euro. Significa che l’importo minimo dei contributi volontari è pari a 3mila445 euro all’anno. Se la decorrenza è antecedente al 1995, l’aliquota è pari al 27,87%.
Per gli autonomi, l’importo del contributo è mensile e viene calcolato sulla media dei redditi da impresa denunciati ai fini IRPEF negli ultimi 36 mesi di contribuzione precedenti la data della domanda. Infine, per i coltivatori diretti, l’importo è settimanale e viene calcolato sulla base della media dei redditi degli ultimi tre anni di lavoro. Non può essere inferiore a quello previsto per i lavoratori dipendenti. Le aliquote cambiano invece a seconda delle diverse categorie. I collaboratori iscritti alla gestione separata pagano il 32% (minimo mensile, 414,62 euro) i titolari di partita IVA il 25% (minimo mensile, 323,92 euro).