L’avvicinarsi delle elezioni per le regionali fa schierare il leader della Lega Salvini verso la proposta di Damiano del PD sulle pensioni flessibili.
Ieri, nel corso della trasmissione “Mezz’ora” su Raitre il leader della Lega ha sostanzialmente aperto all’ipotesi di ridurre a 62 anni l’età per il collocamento a riposo anche se per farlo ci sarà una riduzione dell’assegno: “siamo disposti a votare il progetto di Damiano per cancellare la legge Fornero, ma da un anno Renzi se ne frega …. “.
Secondo la Lega, la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha costretto il Governo a intervenire con un provvedimento tampone dimostra come oramai la Legge Fornero “faccia acqua da tutte le parti”. Renzi ha varato un decreto “bluff” con il quale ha completamente disatteso le ragioni della Consulta.Non è certamente questo il luogo dove “fare politica” e ce ne guardiamo bene, tuttavia il tema delle pensioni sarà di sicuro uno dei temi principali su cui si daranno battaglia i leader politici.
In democrazia è assolutamente (ci mancherebbe altro) lecito poter esprimere il proprio parere su qualsiasi cosa. L’opinione può essere espressa in tre differenti situazioni: a ragion veduta, con la conoscenza della materia specifica, senza la conoscenza della materia e in questo caso si tratta di un’opinione “senza alcun senso”, oppure in malafede, quando c’è la conoscenza, ma si fa solo propaganda.
La legge Fornero non può essere cancellata, sempre che non si voglia camminare “a braccetto” con la Grecia, può essere rivista e allora ben venga una proposta di “uscita flessibile” dal mondo del lavoro con le dovute penalizzazioni, ma sia ben chiaro che questa proposta intelligente e giusta non scaturisce dalla mente di politici lungimiranti ma si tratta semplicemente di un “ritorno al passato” quando l’allora Governo Dini (1995) introdusse questa possibilità abolita nel 2004 dal Ministro Maroni. Con quale logica/utilità?