Italiani: un popolo poco protetto

Salute, vecchiaia e cura dei propri cari sono le principali preoccupazioni delle famiglie italiane

 

L’invecchiamento della popolazione e il bisogno di ridurre le spese per il welfare per tenere in equilibrio i conti del bilancio pubblico comportano che lo Stato sarà sempre meno in grado di prendersi cura di coloro che perdono l’autosufficienza o che devono affrontare le cure per una malattia o un infortunio.

 

Per rispondere a queste esigenze esistono diversi strumenti assicurativi, prodotti protection, come le polizze Temporanee caso morte (TCM) che garantiscono un capitale in caso di morte dell’assicurato entro un determinato periodo di tempo, le polizze Long Term Care che coprono il rischio di non autosufficienza o le polizze Dread Disease o Critical Illness  per gravi malattie.

 

Ma i dati dimostrano che gli italiani non si assicurano per i rischi che temono di più. Motivo? Spesso la causa di questo insuccesso è da ricercare nella scarsa conoscenza degli strumenti su cui ci sarebbe bisogno di una maggiore informazione da parte degli addetti ai lavori. Ma ci sono anche fattori culturali, legati a un certo fatalismo e alla tendenza a ricorrere a “soluzioni casalinghe” ai problemi anziché assicurarsi con degli strumenti ad hoc. 

E’ comune la tendenza ad accantonare risorse per il “non si sa mai” piuttosto che affidarsi a soluzioni assicurative certamente più affidabili per costruire una garanzia in caso di bisogno. E’ un atteggiamento che sinora anche in altre situazioni, per esempio: le persone temono intrusioni nelle proprie abitazioni e acquistano porte blindate e sistemi di video sorveglianza ma non pensano ad assicurare la casa.

 

Secondo i dati forniti da ANIA (Associazione Nazionale Imprese di Assicurazioni) nel 2017 la raccolta premi delle polizze Long Term Care (non autosufficienza) e Dread Disease (malattie gravi) è ammontata a quasi 14 milioni di euro e di 3,6 milioni di euro nei primi tre mesi del 2018, una raccolta che rappresenta appena il 6 per mille dell’intera raccolta dei remi vita.

Per quanto riguarda, invece, le polizze caso morte (puro rischio), i nuovi contratti sono stati pari a 1,1 milioni di euro nel 2017 per una raccolta complessiva di 746 milioni di euro.

 

A conti fatti, solo il 6% degli italiani in età assicurabile è coperto dal rischio premorienza, il 4% delle famiglie ha sottoscritto una polizza malattia e un misero 0,5% ha un contratto che sostiene chi perde l’autosufficienza.

Strumenti con un grande potenziale di sviluppo visto il basso grado di penetrazione.

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