Tra le varie novità introdotte dal decretone in materia previdenziale, una riguarda il riscatto della laurea da parte di chi non ha ancora raggiunto i 45 anni di età e ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
Si tratta di una possibilità che consente di recuperare gli anni del corso regolare di laurea ai fini pensionistici con una particolare agevolazione finanziaria: un costo di 5.240 euro per ogni anno riscattato. In sostanza, con lo stesso onere finora concesso ai giovani che non hanno ancora iniziato a lavorare.
Il limite anagrafico dei 45 anni potrebbe addirittura essere elevato a 50 anni in sedi di conversione del decreto legge, secondo quanto affermato dal vice ministro del lavoro Claudio Durigon.
La convenienza
Il riscatto “light” può risultare essere molto conveniente. Per esempio, se un dipendente guadagna 35.000 euro lordi l’anno, il riscatto ordinario per ciascun anno di laurea riscattato sarebbe pari a € 11.550,00 (il 33% di 35.000) rispetto ai 5.240,00 che verserebbe con il riscatto “light”.
Nel caso di riscatto di 5 anni pagherebbe un importo di 26.200,00 euro (5.240 x 5) euro anziché di 57.750,00 (11.550,00 x 5).
Il limite
Secondo la norma, l’importo versato per il riscatto “light” è utile esclusivamente per maturare una maggiore anzianità contributiva e non invece per aumentare l’assegno, come avviene per il riscatto ordinario.
In pratica, l’agevolazione finanziaria concessa è utile solo per poter (dove sia possibile) anticipare la c.d. pensione anticipata che richiede un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne indipendentemente dall’età anagrafica.
Ci si domanda, con l’ingresso ritardato nel mondo del lavoro rispetto al passato (soprattutto per chi ha dedicato parecchi anni allo studio) quanti siano quelli che ne potranno beneficiare.