I conti INPS e la mancanza di trasparenza

Il presidente dell'Inps Tito Boeri

Il presidente dell’Inps Tito Boeri

Immaginiamo le pensioni come un’immensa vasca da bagno. Da una parte c’è un rubinetto che versa i contributi, dall’altra c’è l’uscita delle prestazioni. E l’uscita delle prestazioni è ben superiore di quanto viene versato. Prima o poi bisognerà riportare in equilibrio entrate ed uscite. Il nostro sistema previdenziale è tutt’altro che in equilibrio come invece qualcuno si ostina a ripetere.

Da più parti (quasi tutte) si sente ripetere che la Riforma Fornero è stato un’intervento troppo drastico, che l’età pensionabile nel nostro paese è orami la più alta in Europa, che il sistema contributivo non è solidale, e così via. Ebbene, nonostante i tagli alle prestazioni, l’allungamento della vita lavorativa, e tutte le riforme che si sono succedute, il nostro sistema non ha riserve e lo Stato è costretto ogni anno a sanare il buco con trasferimenti di risorse per oltre 70 miliardi all’anno, nonostante il disavanzo positivo della  Gestione Separata INPS (la gallina dalle uova d’oro) ma che tra qualche anno inizierà anche lei a dover dare il via all’erogazione delle prestazioni (oggi il numero dei lavoratori attivi è ben superiore a quello dei pensionati). La spesa pensionistica è la più alta in Europa, nel 2014 ha superato il 16% del PIL (senza la riforma Fornero sarebbe arrivata a oltre il 18%).

Si parla di separare la previdenza (prestazioni erogate a fronte di versamento di contributi) dall’assistenza (prestazioni erogate per “solidarietà” dovuta a soggetti che non hanno effettuato alcun versamento contributivo) e questa sarebbe cosa “sana e giusta” ma questo non è mai stato fatto perché esiste un “diktat”:  “non far conoscere” come stanno effettivamente le cose, quali siano i dati reali. Quando si affronta un argomento sensibile la conoscenza diventa potere e la previdenza è una materia sensibile!  Se gli italiani conoscessero la verità finirebbe con i forconi …….

C’è una profonda mancanza di trasparenza su tutte le dinamiche previdenziali e quando non c’è trasparenza diventa più facile agire senza controlli, diffondere informazioni a proprio vantaggio muovendosi tra la nebbia più assoluta. 

Negli ultimo 20 anni sono state fatte 15 riforme. Però non è allungando la vita lavorativa e riducendo le prestazioni che si raggiunge l’equilibrio. Tra meno di 20 anni andranno in pensione i così detti “baby boomers” e visto anche il calo delle nascite e la crisi occupazionale ci sarà un rapporto molto critico e preoccupante tra lavoratori attivi e pensionati. La spesa pensionistica esploderà e non è di certo pensabile continuare ad agire sulla leva dei contributi (oggi si paga già il 33%), è necessario metter mano al sistema con soluzioni diverse e ben più coraggiose di quelle adottate dal governo Monti. 

 

 

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