Nei giorni scorsi Federcontribuenti ha lanciato una proposta per riformare l’Enasarco (Cassa di previdenza integrativa-obbligatoria per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio e dei Consulenti Finanziari) al fine di non penalizzare più coloro che versano contributi in questa Cassa previdenziale senza ottenere alcuna prestazione in cambio se non maturano almeno 20 anni di anzianità contributiva.
La proposta è quella di ridurre da 20 a 5 il minimo contributivo necessario per maturare la prestazione.
“La previdenza Enasarco, in Italia rappresenta un caso unico di ingiustizia nell’ambito previdenziale. Nessuno altro ente di previdenza complementare è obbligatoria tranne l’Enasarco e così, i rappresentati e gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi verso due enti, l’Inps e l’Enasarco senza però avere garanzie da quest’ultima rischiando di pagare contributi a fondo perduto. Succede che un lavoratore dopo aver versato 19 anni di contributi Enasarco non se li veda riconosciuti ai fini pensionistici”.
Poi conclude: “Perche’ chi ha versato anche oltre 15 anni di contributi Enasarco alla fine deve perdere tutto? Perché la somma versata non può confluire all’INPS? Questa truffa nei confronti di chi ha lavorato e versato puntualmente – un minimo di 434 euro di contributi annui – deve finire”.
La replica di ENASARCO è arrivata con un lungo comunicato stampa in cui l’Ensarco spiega la sua posizione: “Informiamo i lettori che la stragrande maggioranza delle questioni sollevate non sono in alcun modo di competenza della Fondazione Enasarco, riguardando esclusivamente aspetti fiscali o sindacali, come ad esempio la proposta di adeguamento di provvigioni minime reali o la previsione di un reddito minimo annuo garantito per l’iscrizione all’Ente. In altri casi si tratta di aspetti già disciplinati dalla legge o dalla Fondazione in maniera analoga a quella auspicata dal “manifesto” come ad esempio la parificazione dei poteri ispettivi tra funzionari Enasarco e ispettori INPS o le sanzioni per periodi di prova usati per eludere la contrattualizzazione.
Riguardo invece la proposta di ricongiungere la contribuzione Enasarco con quella INPS, si rinvia all’attuale normativa nazionale, che consente la totalizzazione ed il cumulo solo per i versamenti contributivi non coincidenti. Tale requisito, per i contributi Enasarco, non può mai concretizzarsi, stante l’obbligo ex lege di doppia contribuzione. Non riteniamo di dover commentare invece la proposta di riduzione da 20 a 5 anni dei minimi contributivi per l’ottenimento della pensione.
Quanto infine alla questione dei “silenti”, la Fondazione Enasarco è già intervenuta per introdurre, in presenza di determinati requisiti, misure specifiche in favore di chi non ha raggiunto i 20 anni di contributi, ma l’Ente non potrà mai intervenire in contrasto con i principi di solidarietà e sostenibilità, posti a tutela di tutti i contribuenti e richiesti dalla legge”.
Il comunicato ufficiale è molto lungo e continua entrando nel dettaglio punto per punto. Per chi fosse interessato ad approfondire, qui trovate il comunicato completo.
La mia tesi é semplicissima. I versamenti che gli agenti fanno a Enasarco non hanno una prevalenza di natura previdenziale ma obbligatoria. Prova ne è che molti rimangono senza pensione pur avendo versato molti soldi perdendo tutto. Io ho versato 42000 euro in sedici anni molto di più di chi potrebbe aver versato molto meno ma in venti anni. In Italia non c’è giustizia ma perdendo una causa contro Enasarco si ha poi diritto a ricorrere alla corte europea
, Dove sarà impossibile perdere data l evidente iniquità perpretata da Enasarco.
non può che trovarci d’accordo