Tra le tante incongruenze e discriminazioni del nostro sistema previdenziale analizziamo in questo articolo la posizione di una lavoratrice che abbia una contribuzione mista: parte nell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti e autonomi) e parte nella Gestione Separata e che intenda esercitare l’opzione donna.
Riassumiamo prima, brevemente, di cosa si tratta. L’opzione donna è stata introdotta con la legge n. 243/2004 (riforma Maroni); è una possibilità concessa alle lavoratrici di anticipare il diritto alla pensione al raggiungimento del 58° anno di età con almeno 35 di contribuzione. In questo caso, però, l’importo della pensione sarà calcolato esclusivamente con il sistema contributivo. Un ulteriore condizione per poter usufruire dell’opzione donna è quella che la contribuzione si trovi per intero in un’unica gestione.
Le tre condizioni per esercitare l’opzione donna sono dunque le seguenti:
- aver compiuto 58 anni di età;
- aver maturato almeno 35 anni di contribuzione;
- la contribuzione sia presente in un’unica gestione.
Analizziamo il caso specifico con tre esempi:
Caso 1
Lavoratrice di 58 anni con 35 di contribuzione come dipendente di azienda privata. In questo caso potrà scegliere di esercitare l’opzione donna essendo in possesso di tutti i requisiti richiesti.
Caso 2
Lavoratrice di 58 anni con 28 anni di contribuzione come dipendente (Gestione INPS lavoratori dipendenti) di azienda privata e 8 anni come libera professionista biologa (Cassa di previdenza ENPAB). In questo caso il minimo contributivo richiesto (35 anni) non è presente in nessuna delle due gestioni. Per esercitare l’opzione donna la lavoratrice deve chiedere la ricongiunzione (a pagamento) dei contributi versati all’ENPAB, in questo modo avrebbe maturato nella gestione INPS dipendenti 36 anni complessivi di contributi.
Caso 3
Lavoratrice di 58 anni con 30 anni di contribuzione come titolare di impresa commerciale (Gestione INPS commercianti) e 5 anni come collaboratrice occasionale (Gestione Separata INPS). In nessuna delle due gestioni è presente il minimo contributivo per esercitare l’opzione donna che non potrà essere richiesta in quanto i contributi versati nella Gestione Separata non possono essere ricongiunti nella gestione commercianti, ma solo sommati attraverso la totalizzazione che richiede però un requisito più elevato, pari a 40 anni e 3 mesi di contribuzione, oppure attendere 65 anni e 3 mesi di età (unitamente ad almeno 20 di contribuzione).
In buona sostanza, la lavoratrice che si trovi in una situazione di contribuzione mista (AGO e Gestione Separata), pur possedendo il requisito contributivo (derivante dai contributi totali versati), si vedrà respingere la domanda di pensione perché i contributi non “dialogano” tra loro.