Che rendita integrativa posso aspettarmi?

soldiLa domanda che spesso ricorre davanti ad una proposta di sottoscrivere un piano di previdenza complementare è: “che importo di integrazione posso aspettarmi“.
Il quesito è più che legittimo se ci si mette nei panni di colui che accetta di fare delle rinunce oggi per pensare al proprio futuro pensionistico domani! La risposta, tuttavia, non può che assumere i contorni della “probabilità” perché le variabili in gioco sono numerose ma, soprattutto, non conosciute.

In quest’articolo cerchiamo allora, anche grazie all’aiuto delle elaborazioni di Progetica, di dare, per quanto possibile una risposta a questa domanda. 

Per ottenere una rendita integrativa pari a 6.000 euro all’anno, un trentenne (secondo le stime di Progetica) dovrà versare 150 euro mensili sino al momento del pensionamento. Per un cinquantenne, invece, l’esborso sarà di 640 euro, oltre quattro volte di più.

Le simulazioni, elaborate da Progetica, mostrano come il fattote “tempo” sia una variabile molto importante nella previdenza complementare. La stima si basa sull’investimento in una linea “bilanciata” che prevede un asset con il 60% di azioni. Se, però, si ha timore di rischiare, il conto diventa decisamente più salato. Per ottenere il medesimo risultato, infatti, chi sceglie una linea di investimento garantita con un rendimento minimo anno del 2% (possibilità sempre più rara oggi) deve versare importi decisamente più alti: 248 euro al mese nel caso del ventenne, 779 per il cinquantenne (rispettivamente quasi 3 mila e oltre 9 mila euro all’anno).

Se poi andiamo ad analizzare la spesa per il “gentil sesso” troviamo cifre più elevate a causa della maggior aspettativa di vita: si ipotizza infatti che la rendita integrativa venga erogata per un maggior lasso di tempo.

Se si dispone di un adeguato orizzonte temporale, sottolinea Progetica, aderire ad una linea di investimenti garantita significa perdere le prospettive di performance che, nel lungo periodo, vengono offerte dagli investimenti azionari.
Su quest’ultima affermazione esiste anche un’altra scuola di pensiero che, invece, pensa sia opportuno, per la propria serenità in età pensionabile, orientarsi su comparti sicuri aderendo al detto “meglio pochi ma sicuri”  che sposa in toto la nostra filosofia. Tutte le analisi, prosegue Progetica, confermano che, su orizzonti temporali di quindici o vent’anni, i comparti azionari rendono di più. Ma “la storia del passato non è garanzia per il futuro, rispondiamo noi! In ogni caso, la decisione finale spetta sempre al cliente in base alle sue esigenze, aspettative e caratteristiche.

In ogni caso, da un punto di vista finanziario, la previdenza complementare si è sempre rivelata efficiente, sia su comparti azionari che garantiti.

 

Tabella elaborazioni Progetica lavoratori dipendenti

 

 

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