Casse di previdenza: dov’è la sicurezza per gli iscritti?

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L’ex Presidente della Cassa ragionieri Paolo Saltarelli è accusato di corruzione. Il caso in questione è, per certi versi, lo stesso che travaglia l’INPGI, Cassa dei giornalisti, ma anche l’ENPAM (Medici). Una sorta di truffa che sarebbe stata ordita ai danni di alcune Casse private dalla SOPAF di Giorgio Magnoni, una delle più blasonate banche d’affari milanesi, pasta poi in una fase di minor brillantezza.

Truffa di 52 milioni per la Cassa dei Ragionieri, 15 per i Medici e 7,6 per i giornalisti. Si attende, ovviamente, l’esito delle indagini, senza il quale è d’obbligo la presunzione d’innocenza. Ma le vicende interpellano in modo particolare la COVIP, la Commissione che dovrebbe vigilare sui fondi pensione e sulle Casse private, su una questione fondamentale: quale garanzia possano rappresentare ancora le Casse per i loro iscritti e per il sistema previdenziale italiano, vista quella che si dimostra essere una grave imperizia nel prevenire i cattivi investimenti ed una eccessiva vulnerabilità al “raggiro”.

Oggi, la Cassa dei Ragionieri, presieduta da Luigi Pagliuzza, sulla scorta dell’ultimo bilancio tecnico attuariale è in grado di garantire un “indice di copertura” pari a 1 sino al 2053. A cinquant’anni di vita, ha ancora un avanzo di patrimonio. La Cassa è in grado di avere una sua sostenibilità con l’attuale bacino di iscritti e con un flusso assai ridotto di nuovi iscritti stimato in appena 1450 unità per i prossimi 12 anni. ma ha rischiato grosso.

Chi oggi però rischia ancor di più è la Cassa dei Giornalisti (INPGI), perché sulle sospette truffe si somma l’onere di una crisi di settore senza precedenti, dalla natura strutturale e non congiunturale: destinata, insomma, a non lasciare più nulla come prima, per i giornalisti pensionando e quelli ancor più giovani. Senza interventi durissimi, il patrimonio dell’INPGI potrebbe azzerarsi in tempi brevi: La Corte dei Conti aveva poco tempo fa’ quantificato in 118 milioni di euro il disavanzo del 2014 tra contributi versati dagli iscritti e le uscite per pagare le pensioni e le indennità di disoccupazione. Una riforma c’è stata, e l’equilibrio finanziario dei conti è garantito sino al 2064, data limite per le simulazioni chieste dal Ministero e dalla COVIP.

Ma l’incertezza regna sovrana perché nessuno scommetterebbe un euro sulla possibilità che la crisi occupazionale nell’editoria si assesti a livelli ancora compatibili con gli equilibri dell’INPGI. E in diversi ambienti c’è chi da per scontata la confluenza dell’INPGI nell’INPS.

E’ poi di drammatica attualità e forte incertezza la situazione del FONAGE, commissariato il 24 giugno 2015, il fondo pensione cui aderiscono 15.700 agenti di assicurazione, che prevede uno squilibrio di circa 700 milioni a fronte di un patrimonio di un miliardo. Il Commissario straordinario, Ermanno Martinetto, sta trovando vita dura anche all’interno della categoria danneggiata dalla crisi, perché ora gli agenti non hanno trovato la necessaria coesione per mettere in atto contromisure severe.

Il 10 settembre scorso ufficialmente FONAGE ha comunicato un taglio delle prestazioni pensionistiche (temporaneo e prudenziale ma immediato) pari al 40% degli importi dovuti: una vera scure senza precedenti. Il potente SNA, Sindacato Nazionale Agenti, non è stato d’accordo con questa decisione. Chiede, al contrario, un contributo molto forte per il riequilibrio del sistema alle Compagnie, rappresentate dall’ANIA, che per il momento si sono dette disposte a “tassarsi” ma in misura che lo SNA considera pari al 10% del necessario …. si vedrà.

E cosa dire dell’ENPAM che ha visto un buco da 250 milioni di euro e il rinvio a giudizio dei consiglieri Dallocchio, Zongoli e Roseti? In quel caso l’accusa è di aver deciso di “giocare” con i derivati in modo un po’ troppo rischioso, finendo per procurare un danno enorme alla più importante Cassa di previdenza. Perché se è vero che le Casse sono private e dotate di autonomia gestionale, la finalità, ribadita persino dalla Costituzione, è pubblica. E i 60 miliardi gestiti complessivamente dalle Casse non possono essere utilizzati con eccessiva leggerezza.

L’ENPAM è la più grande Cassa di previdenza con oltre 350 mila iscritti e un patrimonio di 14 miliardi di euro. Ebbene, proprio l’ENPAM ha vissuti momenti quantomeno difficili, arginati solo da una procedura che è ancora sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati. Per dimostrare la sostenibilità finanziaria richiesta dalla riforma Fornero, l’ENPAM ha aumentato il numero dei nuovi iscritti di 100 mila unità. Un numero che, al momento, appare un po’ troppo generoso.

Un ulteriore artificio avviene quando si redige il bilancio, se la perdita relativa ai prodotti finanziari non è superiore al 40% del loro valore nominale e non dura più di tre anni, può essere omessa. E’ così che sofferenze e perdite scompaiono senza che nessuno se ne accorga. Anche perché i bilanci difficilmente vengono letti dagli iscritti. Chi ha provato a denunciare la situazione, come Giansalvo Scacchiano, che per primo ha segnalato poca trasparenza nella gestione, è stato rimosso dal cda.

Gli investimenti sotto l’occhio del ciclone di ENPAM sono due: il primo riguarda il conferimento di 20 milioni alla società d’investimento di Dallocchio, professore della Bocconi in carica nel cda da 17 anni consecutivi, il secondo è invece un acquisto di 472 milioni di euro per un immobile “trofeo”: il palazzo della Rinascente rilevato da Prelios che realizza una maxi plusvalenza da 108 milioni di euro.

Non va meglio, infine, all’ENPAP, la Cassa degli Psicologi, che acquista dal Senatore Riccardo Conti un immobile vicino alla Fontana di Trevi per 44 milioni e mezzo di euro. Può essere un affare ma risulta singolare che lo stesso Conti avesse acquistato, lo stesso giorno, quel palazzo dal Fondo Omega per 26,5 milioni di euro. Una plusvalenza di 18 milioni in poche ore, su cui ora rischia un processo per truffa aggravata, finanziamento illecito e omesso versamento dell’IVA.

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