Busta arancione: informazione o strumentalizzazione?

busta arancione 2In questo articolo parliamo di quello che unisce “Busta arancione” e “previdenza integrativa“. Molti sapranno di cosa si tratta: con la busta arancione l’INPS comunicherà a milioni di italiani il loro futuro pensionistico, mettendo nero su bianco le “previsioni” sul quando e sul quanto.

Quanto prenderò di pensione?” “Quando potrò andare in pensione?“. Si tratta sicuramente delle due domande più frequenti tra i lavoratori. La nostra opinione sulla busta arancione l’abbiamo espressa più volte in occasione di altri articoli: si tratta di un’operazione mediatica, di immagine, un modo in cui l’INPS cerca di mostrare la sua presunta trasparenza, nella consapevolezza comune che certe previsioni, soprattutto a lungo termine, lasciano il tempo che trovano, valgono quanto un “oroscopo”, visto che di previsioni se ne possono fare a milioni ed ognuna ha le medesime probabilità di essere quella più vicina alla verità. L’Istituto della Previdenza Sociale, pensavamo, sta sprecando tempo e soldi pubblici, dei cittadini. Ebbene, ci sbagliavamo, perché la verità è persino peggio!

La busta arancione è un “assist” fenomenale per Banche e Compagnie di Assicurazione. Sì perché è stato stimato che almeno il 60% degli italiani che riuscirà a leggerla scopriranno di avere un futuro pensionistico meno roseo di quanto immaginato. E molti si renderanno conto che, senza correre ai ripari, li aspetta una vecchiaia fatta di povertà.

Cerchiamo di capirci: che le future pensioni non saranno come quelle passate lo hanno capito (forse…) tutti! Ma ora è lo stesso Stato che ce lo viene a confermare attraverso l’INPS. Un messaggio che non lascia dubbi su una certezza.

Chi guadagnerà in tutto questo? 

Probabilmente lo avete già intuito: ne gioverà chi gestisce fondi pensione e pensioni integrative, ossia  Banche e Assicurazioni tanto amate dal Governo Renzi. Provate a leggere i quotidiani degli ultimi giorni e troverete pagine e pagine dedicate alle pensioni integrative, con informazioni di ogni sorta che, probabilmente, convinceranno molte persone a stringere ancor di più la cinghia per mettere da parte un qualcosa per evitare la miseria in età pensionabile.
Da questo punto di vista, la busta arancione sembrerebbe una campagna pubblicitaria di massa, pagata con soldi pubblici, a beneficio di istituzioni private!

Inoltre, la busta arancione fa scopa con la proposta del PD di tagliare di tre punti percentuali i contributi dei lavoratori dipendenti, dando loro la facoltà di scegliere fra qualche soldino in più in busta paga oppure accantonarli per una pensione integrativa.

In poche parole sembrerebbe che lo Stato stia terrorizzando milioni di italiani con la busta arancione in modo da farli abituare all’idea che le loro pensioni non basteranno a garantire un decoroso tenore di vita e persuadendoli a rivolgersi a forme di previdenza integrativa.

Il vero senso della busta arancione

Se fare previsioni a lungo termine è impresa folle, un risultato positivo e utile la busta arancione poteva averlo se informava gli italiani non sulla lontana e futura pensione con azzardate previsioni, ma sui trattamenti maturati ad oggi, ovvero pensione di invalidità, inabilità e ai superstiti. Questo, probabilmente, sarebbe un’informazione dovuta e importante per i lavoratori. Che senso ha fare una previsione su quanto potrebbe accadere tra 30 – 40 anni e non essere consapevole di quanto, invece, potrebbe accadermi oggi?

 

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