Martedì 14 giugno il ministro del Lavoro, Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Nannicini, hanno illustrato ai sindacati la proposta sulla flessibilità in uscita dal lavoro, il cosiddetto “APE” (anticipo della pensione).
Dall’anno prossimo per i nati dal 1951 al 1955 potranno chiedere in pensionamento anticipato fino a tre anni rispetto al requisito anagrafico di 66 anni e 7 mesi richiesto per la pensione di vecchiaia. Per farlo dovranno però chiedere un anticipo sotto forma di prestito che dovrà restituire sulla pensione normale in 20 anni, con rate che peseranno sull’assegno pensionistico in maniera variabile, fino a un massimo di circa il 15% per i redditi più alti. La proposta dovrebbe entrare nella legge di bilancio ed entrare in vigore dal primo gennaio 2017. Avrà un costo a carico dello Stato di 6 – 700 milioni di euro.
Destinatari e penalizzazioni
La flessibilità in uscita è riservata a coloro ai quali manchino non più di 3 anni dall’età per la pensione di vecchiaia. Le penalizzazioni sono crescenti a seconda che si tratti di un soggetto disoccupato oppure dipendente di un azienda che voglia ristrutturare, oppure ancora che voglia volontariamente lasciare.
La rata da rimborsare
Chi vorrà l’anticipo dovrà chiederlo sotto forma di un prestito da restituire sulla normale pensione in 20 anni con rate che peseranno in maniera variabile fino ad un massimo del 15%.
I costi
Il costo dell’operazione è intorno ai 6 – 700 milioni di euro l’anno che serviranno, in buona parte, a coprire la detrazione fiscale che sarà accordata sulle rate di rimborso del prestito e la garanzia assicurativa per le banche che forniranno l’anticipo attraverso l’INPS. La detrazione fiscale sarà modulata sul reddito e sulla condizione lavorativa del soggetto. In pratica dovrebbe tendere ad annullare il taglio sulla pensione normale (conseguenza delle rate di rimborso) per i soggetti più a basso reddito e per i disoccupati. Al contrario, il taglio si farà sentire sui redditi alti (fino al 15% della pensione regolare) e su chi deciderà volontariamente di lasciare il lavoro prima. Infine, il costo dell’assegno anticipato sarà a carico delle aziende quando fossero queste a volere il prepensionamento.
I tempi
Il piano APE sarà introdotto in via sperimentale dal 2017 per tre anni, per i nati tra il 1951 e il 1955.
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Una soluzione davvero delirante..Mancava solo il prestito bancario.. Tanto per smarcare un’altra legge anche se malfatta..
Siamo perfettamente d’accordo con la definizione “davvero delirante” di questa proposta.
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