Consentirà di operare una ponderata valutazione della scelta da parte dei lavoratori interessati. Con queste parole il presidente dell’Inps Tito Boeri ha annunciato l’aperura, a partire dal 13 febbraio, del simulatore on line per il calcolo dell’Ape volontaria, l’ Anticipo finanziario a garanzia pensionistica, lo strumento attraverso il quale la Legge di Bilancio 2017 ha reso più flessibile l’età di pensionamento, con il ricorso al sistema bancario ed assicurativo.
Di cosa si tratta.
A differenza dell’Ape cosiddetta sociale, riservata ad alcune categorie di lavoratori in condizioni disagiate, il cui costo è a carico dello Stato, l ’Ape volontario è un vero e proprio prestito oneroso, erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità e garantito dalla pensione di vecchiaia, che il beneficiario otterrà alla maturazione dei requisiti. E’ un progetto sperimentale che durerà sino alla fine del 2019, termine prima fissato al 2018 e prorogato di un anno dalla Legge di Bilancio 2018, che consente il prepensionamento a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età.
Per accedere al prestito è necessario avere, al momento della richiesta, i seguenti requisiti:
1) almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi;
2) maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi;
3) importo della pensione mensile maturata almeno pari a 1,4 volte il trattamento minimo Inps ( 710 euro mensili).
Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa, per cui chiede l’Ape volontaria può anche continuare a versare contributi.
Durata e misura.
Il prestito durerà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 43 mesi e l’importo richiedibile oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili e in un massimo compreso tra il 75 ed il 90% della pensione netta maturata al momento della richiesta di Ape, a seconda dei mesi di anticipo richiesto.
Più precisamente, l’importo massimo è così articolato: se l’anticipo è superiore a 3 anni si potrà chiedere fino al 75% della pensione; se è compreso tra 24 e 36 mesi, l’80%; tra 12 e 24 mesi, l’85% se meno di 12 mesi si arriva al 90%.
Modalità.
Il prestito viene erogato da un istituto di credito scelto dal lavoratore tra quelli che aderiscono agli accordi-quadro tra i Ministeri del Lavoro e dell’Economia ed Abi (associazione bancaria italiana), e deve essere restituito in un periodo di 20 anni attraverso una trattenuta sulla pensione. E’ inoltre prevista una polizza assicurativa che interviene in caso di premorienza del soggetto interessato (sulla pensione di reversibilità non viene operata la trattenuta), Praticamente, la banca pagherà un anticipo della pensione sino ad un massimo di 43 mesi, in attesa che il lavoratore maturi l’assegno pensionistico con la garanzia che, una volta ottenuta la pensione, l’Inps rimborserà, tramite una trattenuta mensile, all’istituto finanziario le somme comprensive dei relativi interessi per i successivi 20 anni.
Per ottenere l’Ape, il lavoratore deve chiedere innanzitutto all’Inps la certificazione del diritto alla pensione. L’ente di previdenza (entro 60 giorni), verifica i requisiti e comunica al richiedente la data di maturazione dei requisiti anagrafici e l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. Il soggetto interessato, a quel punto, presenta all’Inps la domanda di pensione di vecchiaia e stipula il contratto di prestito con la banca prescelta.
I costi.
Per i primi due mesi i tassi di interesse saranno del 2,838% in fase di erogazione e del 2,938% su periodo di ammortamento. Oltre ai tassi di interesse, però, ci sono da prendere in considerazione altre possibili variabili che sono: la durata; la detrazione del 50% data dallo sconto fiscale; costo della polizza per il rischio di morte e la commissione del 1,6% di un Fondo Garanzia. Pertanto, l’ Ape, come detto, parte con un tasso annuo nominale lordo (Tan) del 2,838% in fase di erogazione e del 2,938% sul periodo di ammortamento. A questo valore corrisponderà un tasso annuo effettivo globale (Taeg) lordo compreso tra il 5,89 e il 6,23%, a seconda che venga richiesto un anticipo di 43 o 12 mesi prima della pensione, per un costo al netto del credito fiscale compreso tra il 3,31 e il 3,43%.
Ora la parola passa all’Inps che ha promesso una specifica circolare applicativa entro fine mese.
Articolo a cura di Leonardo Comegna